Come interpretare nella pratica il valore dell’ Hazard Ratio?

L’Hazard ratio (HR) è una delle misure che nella ricerca clinica spesso sono più difficili da interpretare per studenti e ricercatori.

Ogni volta che mi capita di assistere un non-statistico che ha un’analisi di sopravvivenza da gestire o un paper da scrivere, al citare dell’HR subentra una sensazione che sta tra lo sconforto e la rassegnazione.

E allora in questo post cerchiamo di riuscire a tradurre in termini pratici questa misura, almeno per quando devi scrivere un tuo articolo o una tua tesi.

Prendiamo come esempio uno studio in cui voglio valutare la sopravvivenza di pazienti esposti al fumo rispetto a quelli esposti ad un’alimentazione ipercalorica.

L’Hazard Ratio, in questo caso, è il rapporto tra il tasso di rischio di morte del gruppo dei pazienti esposti al fumo e il tasso di rischio di morte nel gruppo dei soggetti esposti ad alimentazione ipercalorica.

Se non ti piace “tasse di rischio di morte” lo puoi tradurre con “velocità di morte”, anche se non è proprio la stessa cosa.

Non sto a spiegare come viene calcolato perché non è questo l’articolo per farlo. Quello che ci interessa qua è la sua interpretazione e il modo in cui deve essere riportato in letteratura.

Procediamo.

Mettiamo ad esempio che tu abbia stimato l’hazard ratio tra il gruppo sperimentale e quello di controllo attraverso un modello statistico (classico esempio: un modello di Cox) e che il suo valore sia di, diciamo, 2,2.

Come lo possiamo riportare e tradurre in termini pratici questo 2.2?

  • Il tasso di rischio di morte nei fumatori è di 2,2 volte rispetto agli esposti ad alimentazione ipercalorica.
  • Il tasso di rischio di morte degli esposti al fumo è il 220% di quello degli esposti ad alimentazione ipercalorica.
  • L’esposizione al fumo fa aumentare del 120% il tasso di rischio di morte rispetto all’alimentazione ipercalorica.
  • Ad ogni punto temporale di osservazione, per ogni 100 morti per alimentazione ipercalorica, ce ne saranno 220 di morti per motivi additabili al fumo.

Prendiamo ora un HR inferiore a 1. Diciamo che nel tuo esperimento l’Hazard Ratio calcolato sia di 0.65.
Questo è il modo in cui lo puoi intepretare e riportare.

  • Il tasso di rischio nei fumatori cala del 35% rispetto all’alimentazione ipercalorica.
  • Il tasso di rischio tra i fumatori è il 0,65 volte di quello dei pazienti che sia alimentano in modo ipercalorico.
  • Il tasso di rischio dei fumatori è il 65% di quello dei mangioni.
  • Ad ogni punto temporale di osservazione, per ogni 100 morti di alimentazione ipercalorica, ce ne saranno 65 di fumo.

Questo è quanto.
Nella descrizione o nel commento dei tuoi risultati aggiungi questa “traduzione pratica” e il lettore sarà facilitato nella comprensione.

Inutile ricordarti che nel caso tu avessi necessità di supporto nell’analisi di dati, nella stesura di un protocollo, di un articolo o di una tesi, noi di StatsImprove siamo qui per te e abbiamo come mission quella di abbattere notevolmente i costi dei servizi di supporto e darne accesso, oltre che alle aziende, anche a gruppi di ricerca universitaria e studenti.

Ciao!

Gianfranco

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6 commenti su “Come interpretare nella pratica il valore dell’ Hazard Ratio?”

  1. Salve, sono un giovane medico e dovrei pubblicare un articolo su una rivista riguardante la terapia ormonale sostitutiva in menopausa. Vorrei interpretare i risultati di una tabella. Mi piacerebbe molto mettermi in contatto con lei.
    Cordialmente
    Sofia Schierano

  2. 120% è un refuso? L’esposizione al fumo fa aumentare del 120% il tasso di rischio di morte rispetto all’alimentazione ipercalorica.
    Grazie per il chiarimento

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